Fabrizio Spataro.
Nasce a Torino nel 1978. Inizia a disegnare già all’età dell’infanzia, per esprimere la gioia che nutre per la vita. Verso i ventiquattro anni, inizia a dipingere per una vera e propria vocazione, così si interessa dell’arte cominciando a visitare musei per l’Europa. Scopre la pittura dei maestri del passato, rimane affascinato in particolare dagli impressionisti e dai pittori del rinascimento. Intraprende la carriera artistica svolgendo opere su commissione, in particolare ritratti, ma possiamo trovare anche paesaggi figurativi e nature morte.
Aderisce a cataloghi e partecipa a diverse mostre collettive, tra cui “Artexpo” di Mantova al museo Diocesano Francesco Gonzaga (dove incontra Philippe Daverio che visionerà l’opera “Coppia al ballo” giudicandola “Divina “). Riceve per la stessa L’Exspertise dal noto critico d’arte Paolo levi. Partecipa successivamente a “Cultura Identità “al palazzo civico di La Spezia, dove verrà videoesposta L’opera “Daniela”e dove incontrerà Luna Berlusconi e Angelo Crespi. A novembre 2019 partecipa “Artexpo”Biennale italiana di Budapest con l’opera “Diaballo e Symballo “.
Nel l’anno 2020 partecipa alla mostra collettiva “Frida Kalho “ alla Milano Art Gallery con l’opera “Donna con foulard “dove ebbe l’onore di incontrare José Dalì figlio del grande maestro Salvador Dalì. Nello stesso anno aderisce all’annuario Internazionale d’arte contemporanea “Artisti 20”. Nel 2021 Aderisce a “Premio Vittorio Sgarbi “7 cataloghi mensili dove possiamo trovare una delle opere che gli sta più a cuore, un Autoritratto nel suo studio mentre dipinge con il Titolo “Svelate Illusioni “.
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FABRIZIO SPATARO
artista impressionista figurativo
“…quello che m’importa e far vedere, osservare, sentire e ricevere
qualcosa con la mia arte, non semplicemente guardare…”
INTERVISTA
Buongiorno Fabrizio e grazie per
concedere ai nostri lettori il tuo tempo per farti conoscere un po’ di più. Chi
è Fabrizio Spataro nella vita di tutti i giorni, descrivici un breve profilo di
te come uomo e artista.
Buongiorno Monica grazie a te per avermi
dedicato questo spazio nel tuo giornale. Mi chiamo Fabrizio Spataro ho 42 anni
e vivo a Torino, faccio il pittore di professione, quando non sono immerso tra
i colori, tele e pennelli dedico la mia vita a i miei svaghi. Mi piace leggere,
guardare film, stare a contatto con la natura, pensare e meditare sulla vita e
oltre.
Quando ha avuto inizio il tuo percorso
artistico. Come e quando nasce quindi la tua passione per l’arte? Parlaci un
po’ come cominci.
Ho sempre disegnato fin dalla piccola
età, ma credo sia nata una vera e propria passione per la pittura dopo essere
stato ad Amsterdam al museo Van Gogh avevo 24 anni. È capitato quasi per caso,
(anche se il caso non esiste), tornati dal quel viaggio un amico cercava un
pittore per farsi fare una riproduzione di un quadro già esistente , ma gli
risultò difficile trovarlo perché lavoravano già tutti con le proprie opere, e
li mi proposi io di farglielo, quindi mi misi a studiare questa bellissima arte
e iniziai a dipingere con le tempere. Dopo qualche prova, feci il dipinto per
il mio amico, rimase molto contento anche perché era un quadro molto complesso,
si trattava di fare “La Creazione Di Adamo “ma credo di aver fatto un ottimo
lavoro.
Cosa ti ha portato a dipingere
figurativo?
Penso sia dovuto dal fatto di essere
sempre stato affascinato dalla bellezza della forma,avuto sempre un forte
impatto su di me, quando vedevo qualcosa che mi colpiva mi veniva sempre voglia
di riprodurla. Riprodurre per esempio un volto, coglierne
l’espressione,renderlo reale fino a dargli un’anima, vedere quei occhi vivi per
mezzo del colore, è un esperienza ineffabile.
Le tue opere sono strettamente legate ai
tuoi pensieri, al tuo Io interiore, come accade spesso per gli artisti?
Si, è tutto collegato, l’ispirazione
arriva proprio dall’interno, e l’interno viene ispirato da qualcosa di
superiore a me fino ad arrivare nei miei pensieri. Quando il pensiero diventa
molto nitido e sento dentro come un senso di eccitazione, li è il momento di
riportare tutto su tela.
Quali figure dentro e fuori il mondo artistico, hanno influenzato
maggiormente il tuo percorso fino ad oggi?
Credo sia stato influenzato a livello
inconscio da mia nonna, quando avevo circa 18 anni mi disse che dovevo fare il
pittore nonostante non avessi ancora iniziato a dipingere. Io subito non
credetti a quella frase ma nel corso del tempo si insinuò sempre di più nella
mia mente fino a quando sono riuscito a realizzarlo. Nel mondo artistico sono
sempre rimasto affascinato dalla pittura rinascimentale e impressionistica, mi
colpirono maggiormente i dipinti di Rembrandt, me li sognavo alla notte, la sua
pittura mi influenzo molto.
Il tuo linguaggio pittorico si fonda su
una combinazione di modelli figuratici, colori e chiaroscuro che fanno emergere
l’emotività e il mondo interiore di te come artista.
Cosa provi mentre dipingi, e come arrivi
a pensare una tua opera, è soltanto uno stato emozionale emotivo o vai al di là
dell’interpretazione? Provo un senso annullamento totale dal mondo esteriore,
sento delle tensioni interne che mi portano a scavare sempre di più dentro di
me, e come se fossi da un'altra parte,sono talmente teso e concentrato che
quando sento lo squillo del telefono salto dalla sedia ahaahaa. L’idea di
un’opera mi viene dall’intuito in un momento di rilassamento della mente,
quando non penso a niente , può arrivare in qualsiasi momento, l’idea colpisce
il mio cuore, e li è il momento di realizzarlo. l’importante e tenere sempre
aperto il canale dell’ispirazione, e di cose da creare saranno a migliaia.
Qual è il tuo rapporto coi soggetti che
illustri? Cerco sempre di entrare in un rapporto confidenziale ed empatico al
fine di poter ritratte il soggetto al meglio delle mie capacità, è un rapporto
intimo bisogna imparare a sentirli.
Sei un pittore estroverso, poliedrico, i
tuoi dipinti oli su tela, tempere, acquarelli, grafiche, bianco e nero,
evidenziano un procedimento pittorico innovativo e originale, basato sulla
sintetica composizione degli elementi che sono a volte ritratti a volte
paesaggi con macchie di colore accostate secondo un sottile equilibrio di
accordi tonali. Cosa di stimola di più a dipingere, un ritratto o creare
un’opera che sia frutto della tua immaginazione? In questo periodo sono molto
stimolato da ritratti, paesaggi e nature morte mi piace dipingere scene della
mia vita e modelli di personaggi che mi ispirano molto. Sono attratto anche
dall’idea di fare dipinti che siano frutto della mia fantasia, mi tengo aperto
a tutto e al cambiamento totale delle mie opere,fa parte di un percorso
artistico evolutivo,cambia l’impronta pittorica , l’uso del colore, i soggetti,
le figure e il modo di ispirarsi e creare.
La tua arte contiene prove della realtà
non sempre visibile, cosa intendi e cosa ti spinge a creare opere di questo
genere? Dipende cosa si crede per realtà, in realtà la realtà è illusione,
scusate il gioco di parole. Sono arrivato a conoscenza di questa realtà che ho
fatto molto fatica ad integrare in me e accettarla, sono spinto a dipingerla
per dare questo messaggio, nonostante sia difficile da comprendere mentalmente,
l’osservatore può comprenderla solo semplicemente contemplando l’opera non
serve spiegarla bisogna solo osservarla.
Cos’è l’arte per te? L’arte è creazione
e talento, è il mezzo dove Dio può esprimersi attraverso l’essere umano.
Cosa pensi dell’arte concettuale?
Che è un arte dove si esprime con dei
concetti, ma sono molto legati all’intelletto dell’essere umano, non c’è il
cuore e non c’è il talento, ne tantomeno impegno. Non riesco a classificarle
opere d’arte.
Il 2020 ha portato un enorme
stravolgimento nel sistema dell’arte, con approcci differenti anche attraverso
i social, comunicando senza dubbio in maniera diversa ciò che l’artista vuole
trasmettere. Cosa ne pensi di questo? Sei riuscito in qualche maniera far
conoscere Fabrizio Spataro, in special modo far comprendere la tua pittura come
comunicazione immediata ed espressiva?Penso che il 2020 abbia portato un
cambiamento su ogni settore della nostra vita, è il mondo a chiederci di fare
questo cambiamento soprattutto a livello interno, di conseguenza cambierà anche
l’arte e il modo di esprimerci, se riusciamo a prendere tutto questo con
saggezza sarà una crescita interiore dove ci evolveremo sempre di più, l’arte
diventerà sempre più profonda e direzionata sempre di più all’interno di noi.
Ho già iniziato a dipingere cose di cui ho sentito di dover esprimere, eccetto
qualcuno è difficile farla comprendere. I social sono un mezzo molto potente
per farsi conoscere,personalmente si, sono riuscito a farmi conoscere ma ho
ancora molto da lavorarci, se viene usato correttamente senza farsi influenzare
dalla miriade di informazioni che ne deriva può essere uno strumento molto
valido per un artista.
Cosa provi nel dipingere e quindi
esprimere te stesso? Sento una forte energia che mi carica prima di iniziare
che viene dosata man mano che dipingo fino a quando non esprimo completamente
me stesso con tonalità, forme, e movimenti delle pennellate non riesco a
staccarmene, dopo sono completamente svuotato e soddisfatto.
Gli elementi che arricchiscono i tuoi
dipinti richiamano alcuni aspetti della vita quotidiana e non, è questa
un’esigenza vera o è più una banale rifarsi a precedenti modelli pittorici? È
una esigenza vera, mi piace raccontare di me facendo vedere all osservatore i
luoghi dove ho vissuto, le cose che mi hanno colpito, e dando significato a
tutto ciò che dipingo come testimonianza della vita che fa da maestra e
portatrice di innumerevoli messaggi, a volte si possono scorgere dei miracoli,
perché non dipingerli?
Sei stato premiato diverse volte e hai
esposto in Gallerie importanti, sei un pittore impressionista figurativo ad
alti livelli, cosa si prova nel vedere che le persone si emozionano davanti ai
tuoi capolavori esposti? Dà un immensa gioia,tutti i sacrifici sono dimenticati
è come vedere qualcosa che nato nel mondo, in quel momento si può dire “l’opera
è compiuta”.
Cosa pensi possa colpire
nell’immaginazione della gente il contemplare i tuoi dipinti, e cosa cerchi di
suscitare con le tue opere?
Un mondo nuovo, un nuovo mondo che
arriva dall’essenza uno scorcio di realtà che può essere percepita solo dalla
parte più sottile della gente che conduce al cuore.
Un artista pensa sempre di non essere
mai arrivato come carriera artistica, ha sempre da imparare e non si sente mai
soddisfatto dei propri lavori. Cosa non ti piace di te, se esiste, del tuo fare
arte?
Credo che non si possa realmente mai arrivare, l’arte è qualcosa di
infinito, la creatività è infinita, non arriverò mai a dire”ho creato tutto,non
c’è più niente da creare e da esprimere “oppure “più di così non posso imparare
e migliorare”. Sono molto critico con me stesso, esigo sempre di più, non mi
piace molto questo aspetto perché non posso raggiungere in poco tempo certi
aspetti di me e di questo mondo, c’è molto da lavorare e bisogna darsi il tempo
necessario per sciogliere tutti nodi e affrontare le ombre.
Tecnicamente come inizi un’opera? Hai un
metodo ben preciso? Si certo, c’è una preparazione della tela con il gesso, poi
dò un fondo bianco per dar lucentezza ai colori, si crea il disegno o posso
iniziare anche direttamente con il colore, dipende da come mi sento, guardo un
immagine di riferimento e inizio a dargli forma con colori di base, e così vado
avanti entrando sempre di più nei particolari del soggetto e creando armonie di
colori.
L’immaginazione, la realtà, la
metafisica, c’è una poetica precisa nelle tue opere? Si, la si può sentire, è
qualcosa che trascendentale che oltre me come individuo e come pensiero, c’è
una magia che squarcia la realtà che ti fa percepire l’illusione il sogno.
Faccio realismo per poterne Smascherare l’inganno.
Secondo te, sia dal punto di vista
personale che artistico, quale pensi sia la funzione o il compito dell’arte
nella nostra società, complessa e confusa? Credo che debba esprimere i tempi
che viviamo con la sua complessità per far fiorire all’interno delle persone un
intuizione anche a livello profondo, inconscio direi, un po’ di chiarezza e
semplicità.Vivere è così semplice ma hanno reso tutto molto complesso a tal
punto che le persone hanno creduto che sia così. L’Artista e chiamato come per
vocazione a dare il suo contributo per mezzo della sua Arte a migliorare la
società. Mi piace pensare e ne sono sempre più consapevole che L’arte della pittura
come scriveva Yogananda Paramahansa è Un’arte Divina, e che debba servire a
esprimere Il divino che in noi.
Esiste un evento speciale o un aspetto
della tua vita che ti piacerebbe condividere con i nostri lettori, un qualcosa
che abbia modificato il tuo modo di creare o di guardare l’arte?
Ci sono stati più eventi speciali, tutto
è capitato in linea con la mia consapevolezza, più maturava in me l’idea di
fare Arte e più capitavano eventi che mi guidavano a creare ed esprimere me
stesso. Un evento che ricordo, è il momento esatto in cui ho percepito il
colore in modo diverso, fino a quel momento si può dire che coglievo ben poco,
poi tutto è stato chiaro, vedevo ogni piccola sfumatura intorno a me in maniera
nitida, come se avessi messo in moto dei circuiti della mia mente che prima
erano addormentati.
Con Torino, la tua Città, si è abituati
al bello, dagli straordinari palazzi in stile liberty e barocchi, ai capolavori
storici come l’Autoritratto a Sanguigna di Leonardo da Vinci, conservato alla
Biblioteca Reale, alla Mole Antonelliana, sede del famoso Museo Nazionale del
Cinema di Torino, al Museo Egizio, il più importante al mondo dopo il Cairo,
dalle Residenze Reali, la GAM, il Museo d’Arte Contemporanea e del Castello di
Rivoli ecc., un panorama artistico sconfinato da scoprire e da vivere. La tua
Città quindi offre molteplici opportunità di vedere e ammirare capolavori di un
livello inestimabile, in cui non si contano occasioni di
confronto tra le forme più diverse di espressione artistica, dall’arte
alla musica, dal cinema alla fotografia.
So che avevi in programma un evento che
ti vedeva protagonista con dei tuoi dipinti che rappresentano la storia del
Cinema in un Museo, ce ne vuoi parlare? Cosa pensi di fare quindi in futuro?
SI, avevo maturato l’idea già tanti anni
fa di produrre delle tavole che raccontassero la storia cinematografica, cioè
una tavola per ogni film dipingendone le varie scene, poi tutto è stato
accantonato, ripresi molti anni dopo questa idea e ho iniziato a produrne
alcune partendo dal primo film della storia (l’uscita dalla fabbrica dei
fratelli Lumière) il progetto era quello di donarli al museo del cinema situato
a Torino dentro la Moleantonelliana in modo da ampliarne la storia e la cultura
per mezzo della pittura e attrarre sempre più visitatori, e rivalutare la mia
città a livello artistico. È un progetto molto impegnativo che richiederà molto
tempo, mi auguro che si realizzi, sono sempre positivo per il futuro del mondo
dell’arte.
Che messaggio vuoi diffondere attraverso
le tue opere? Tra questi ce n’è uno che tieni in maniera particolare e, se sì,
perché?
Sicuramente un messaggio di verità. Non
è che io abbia la verità assoluta, ancora devo lavorarci molto, e forse ci
vorranno più vite per arrivarci. Ma posso raccontare qualcosa per esperienza
che da inizio alla verità o perlomeno qualcosa che conferma l’illusione della
vita di quanto sia un sogno dove noi siamo chiamati a interpretare un ruolo
come esattamente fa un attore in un film. Tengo molto a questo perché sono più
che sicuro che potrebbe far scattare qualcosa all’interno delle persone, un
modo di vedere l’esistenza da un’altra angolazione. Tengo a dire che le mie
esperienze personali le ho messe a confronto con grandi maestri di vita e
filosofi che hanno camminato su questa terra dove ho potuto confermare la
veridicità di ciò che ho vissuto. Nella mia pittura voglio riportare questo
messaggio, che non è altro che un messaggio di Libertà.
Come definiresti la tua arte? Quanto
incidono la quotidianità e l’attualità nei tuoi progetti finali?
La definirei un arte trascendentale, può
sembrare una definizione complessa e spocchiosa ma in realtà è molto
sempliciotta. Semplicemente cerco di andare oltre l’illusione della forma, per
dare testimonianza alla realtà della non forma. Incide molto nella mia vita ciò
che faccio, mi prende tutto il tempo, sono sempre a servizio anche se a volte
esagero e dovrei fermarmi per riorganizzare le idee, lavoro freneticamente
quando sono ispirato. In futuro cercherò di portare avanti i miei progetti con
più leggerezza, cercando di fluire nella vita e di fare solo ciò che
essenziale.
I tuoi lettori o i tuoi fans dove ti
possono seguire e vedere le tue straordinarie opere?
Sono su vari Social network, su Facebook
possono trovarmi come fabriziospataroarte.
Su Instagram come fabriart7
Se invece vogliono visitare il mio sito
possono trovarmi su
https://thegalleryartfabriziospataro.com/
Cosa vuoi dire ai nostri lettori che
leggono questa chiacchierata?
Spero di aver risposto in modo eloquente
a far comprendere la mia Arte e ciò che sono, e di non averli annoiati. Vorrei
dare a loro un messaggio di speranza e di credere nel mondo dell’arte Come
conseguenza di un’umanità sempre più grande, che mira al cuore delle persone.
Concludendo Fabrizio, quali sono i tuoi
progetti futuri o imminenti e cosa ti aspetti?
Be!! Per prima cosa ho in progetto di continuare a stare davanti al mio
cavalletto, può sembrare scontato, ma è già un successo, lì io vivo il mio
sogno in ogni momento. Poi vorrei fare delle mostre personali in tutta Italia
partendo dalla mia città ovviamente, ne sto organizzando una attualmente. In
realtà non ho aspettative mi affido completamente agli eventi, cerco di vivere
in modo leggero, so che tutto succederà in base a ciò che giusto per me è per
gli altri.
Grazie Monica
M° Monica Isabella
Bonaventura