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OLIO SU MASONITE FABRIZIO SPATARO ' L 'ARRIVO DI UN TRENO ALLA STAZIONE DI LA CIOTAT ' dimensioni L 60 x H 40 cm.

Olio su masonite - Titolo " L' arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat " by Fabrizio Spataro . Anno 2020 - Dimensioni L 60 x H 40 cm. Opera Unica. -... continua

Olio su masonite - Titolo " L' arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat " by Fabrizio Spataro .

Anno 2020 - Dimensioni L 60 x H 40 cm.

Opera Unica. - Certificato di autenticità.

Questo dipinto racconta uno dei primi film girati dai fratelli Anguste e Louis Lumière nel 1895. Il film ha una durata di soli 45 secondi, un cortometraggio che rimase nella storia per l'impatto curioso che ebbe sul pubblico. Si narra che il pubblico quando vide arrivare il treno sul grande schermo temette di essere schiacciato. Senza dubbio un film che ha segnato la storia del cinema é degno di essere ricordato con un dipinto.


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#Fabrizio Spataro #Pittura #Figurativo #60x40 #Olio su legno

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Descrizione: OLIO SU MASONITE FABRIZIO SPATARO ' L 'ARRIVO DI UN TRENO ALLA STAZIONE DI LA CIOTAT ' dimensioni L 60 x H 40 cm.


Olio su masonite - Titolo " L' arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat " by Fabrizio Spataro .

Anno 2020 - Dimensioni L 60 x H 40 cm.

Opera Unica. - Certificato di autenticità.

Questo dipinto racconta uno dei primi film girati dai fratelli Anguste e Louis Lumière nel 1895. Il film ha una durata di soli 45 secondi, un cortometraggio che rimase nella storia per l'impatto curioso che ebbe sul pubblico. Si narra che il pubblico quando vide arrivare il treno sul grande schermo temette di essere schiacciato. Senza dubbio un film che ha segnato la storia del cinema é degno di essere ricordato con un dipinto.

L'arte figurativa riguarda la rappresentazione di immagini riconoscibili del mondo intorno a noi, a volte fedeli e accurate, a volte altamente distorte. Non ha importanza l’estrema fedeltà al reale, purché questo venga in qualche modo raffigurato.

La pittura è l'arte che consiste nell'applicare dei pigmenti a un supporto per lo più bidimensionale, come la carta, la tela, la ceramica, il legno, il vetro, una lastra metallica o una parete. Il risultato è un'immagine che, a seconda delle intenzioni dell'autore, esprime la sua percezione del mondo o una libera associazione di forme o un qualsiasi altro significato, a seconda della sua creatività, del suo gusto estetico e di quello della società di cui fa parte. Chi dipinge è detto pittore o pittrice, mentre il prodotto finale è detto dipinto.

Fabrizio Spataro.

Nasce a Torino nel 1978. Inizia a disegnare già all’età dell’infanzia, per esprimere la gioia che nutre per la vita. Verso i ventiquattro anni, inizia a dipingere per una vera e propria vocazione, così si interessa dell’arte cominciando a visitare musei per l’Europa. Scopre la pittura dei maestri del passato, rimane affascinato in particolare dagli impressionisti e dai pittori del rinascimento. Intraprende la carriera artistica svolgendo opere su commissione, in particolare ritratti, ma possiamo trovare anche paesaggi figurativi e nature morte.

Aderisce a cataloghi e partecipa a diverse mostre collettive, tra cui “Artexpo” di Mantova al museo Diocesano Francesco Gonzaga (dove incontra Philippe Daverio che visionerà l’opera “Coppia al ballo” giudicandola “Divina “). Riceve per la stessa L’Exspertise dal noto critico d’arte Paolo levi. Partecipa successivamente a “Cultura Identità “al palazzo civico di La Spezia, dove verrà videoesposta L’opera “Daniela”e dove incontrerà Luna Berlusconi e Angelo Crespi. A novembre 2019 partecipa “Artexpo”Biennale italiana di Budapest con l’opera “Diaballo e Symballo “.

Nel l’anno 2020 partecipa alla mostra collettiva “Frida Kalho “ alla Milano Art Gallery  con l’opera “Donna con foulard “dove ebbe l’onore di incontrare José Dalì figlio del grande maestro Salvador Dalì. Nello stesso anno aderisce all’annuario Internazionale d’arte contemporanea “Artisti 20”. Nel 2021 Aderisce a “Premio Vittorio Sgarbi “7 cataloghi mensili  dove possiamo trovare una delle opere che gli sta più a cuore, un Autoritratto nel suo studio mentre dipinge con il Titolo “Svelate Illusioni “. 


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FABRIZIO SPATARO

artista impressionista figurativo

“…quello che m’importa e far vedere, osservare, sentire e ricevere qualcosa con la mia arte, non semplicemente guardare…”

INTERVISTA

Buongiorno Fabrizio e grazie per concedere ai nostri lettori il tuo tempo per farti conoscere un po’ di più. Chi è Fabrizio Spataro nella vita di tutti i giorni, descrivici un breve profilo di te come uomo e artista.

Buongiorno Monica grazie a te per avermi dedicato questo spazio nel tuo giornale. Mi chiamo Fabrizio Spataro ho 42 anni e vivo a Torino, faccio il pittore di professione, quando non sono immerso tra i colori, tele e pennelli dedico la mia vita a i miei svaghi. Mi piace leggere, guardare film, stare a contatto con la natura, pensare e meditare sulla vita e oltre.

Quando ha avuto inizio il tuo percorso artistico. Come e quando nasce quindi la tua passione per l’arte? Parlaci un po’ come cominci.

Ho sempre disegnato fin dalla piccola età, ma credo sia nata una vera e propria passione per la pittura dopo essere stato ad Amsterdam al museo Van Gogh avevo 24 anni. È capitato quasi per caso, (anche se il caso non esiste), tornati dal quel viaggio un amico cercava un pittore per farsi fare una riproduzione di un quadro già esistente , ma gli risultò difficile trovarlo perché lavoravano già tutti con le proprie opere, e li mi proposi io di farglielo, quindi mi misi a studiare questa bellissima arte e iniziai a dipingere con le tempere. Dopo qualche prova, feci il dipinto per il mio amico, rimase molto contento anche perché era un quadro molto complesso, si trattava di fare “La Creazione Di Adamo “ma credo di aver fatto un ottimo lavoro.

Cosa ti ha portato a dipingere figurativo?

Penso sia dovuto dal fatto di essere sempre stato affascinato dalla bellezza della forma,avuto sempre un forte impatto su di me, quando vedevo qualcosa che mi colpiva mi veniva sempre voglia di riprodurla. Riprodurre per esempio un volto, coglierne l’espressione,renderlo reale fino a dargli un’anima, vedere quei occhi vivi per mezzo del colore, è un esperienza ineffabile.

Le tue opere sono strettamente legate ai tuoi pensieri, al tuo Io interiore, come accade spesso per gli artisti?

Si, è tutto collegato, l’ispirazione arriva proprio dall’interno, e l’interno viene ispirato da qualcosa di superiore a me fino ad arrivare nei miei pensieri. Quando il pensiero diventa molto nitido e sento dentro come un senso di eccitazione, li è il momento di riportare tutto su tela.

Quali figure dentro e fuori il mondo artistico, hanno influenzato maggiormente il tuo percorso fino ad oggi?

Credo sia stato influenzato a livello inconscio da mia nonna, quando avevo circa 18 anni mi disse che dovevo fare il pittore nonostante non avessi ancora iniziato a dipingere. Io subito non credetti a quella frase ma nel corso del tempo si insinuò sempre di più nella mia mente fino a quando sono riuscito a realizzarlo. Nel mondo artistico sono sempre rimasto affascinato dalla pittura rinascimentale e impressionistica, mi colpirono maggiormente i dipinti di Rembrandt, me li sognavo alla notte, la sua pittura mi influenzo molto.

Il tuo linguaggio pittorico si fonda su una combinazione di modelli figuratici, colori e chiaroscuro che fanno emergere l’emotività e il mondo interiore di te come artista.

Cosa provi mentre dipingi, e come arrivi a pensare una tua opera, è soltanto uno stato emozionale emotivo o vai al di là dell’interpretazione? Provo un senso annullamento totale dal mondo esteriore, sento delle tensioni interne che mi portano a scavare sempre di più dentro di me, e come se fossi da un'altra parte,sono talmente teso e concentrato che quando sento lo squillo del telefono salto dalla sedia ahaahaa. L’idea di un’opera mi viene dall’intuito in un momento di rilassamento della mente, quando non penso a niente , può arrivare in qualsiasi momento, l’idea colpisce il mio cuore, e li è il momento di realizzarlo. l’importante e tenere sempre aperto il canale dell’ispirazione, e di cose da creare saranno a migliaia.

Qual è il tuo rapporto coi soggetti che illustri? Cerco sempre di entrare in un rapporto confidenziale ed empatico al fine di poter ritratte il soggetto al meglio delle mie capacità, è un rapporto intimo bisogna imparare a sentirli.

Sei un pittore estroverso, poliedrico, i tuoi dipinti oli su tela, tempere, acquarelli, grafiche, bianco e nero, evidenziano un procedimento pittorico innovativo e originale, basato sulla sintetica composizione degli elementi che sono a volte ritratti a volte paesaggi con macchie di colore accostate secondo un sottile equilibrio di accordi tonali. Cosa di stimola di più a dipingere, un ritratto o creare un’opera che sia frutto della tua immaginazione? In questo periodo sono molto stimolato da ritratti, paesaggi e nature morte mi piace dipingere scene della mia vita e modelli di personaggi che mi ispirano molto. Sono attratto anche dall’idea di fare dipinti che siano frutto della mia fantasia, mi tengo aperto a tutto e al cambiamento totale delle mie opere,fa parte di un percorso artistico evolutivo,cambia l’impronta pittorica , l’uso del colore, i soggetti, le figure e il modo di ispirarsi e creare.

La tua arte contiene prove della realtà non sempre visibile, cosa intendi e cosa ti spinge a creare opere di questo genere? Dipende cosa si crede per realtà, in realtà la realtà è illusione, scusate il gioco di parole. Sono arrivato a conoscenza di questa realtà che ho fatto molto fatica ad integrare in me e accettarla, sono spinto a dipingerla per dare questo messaggio, nonostante sia difficile da comprendere mentalmente, l’osservatore può comprenderla solo semplicemente contemplando l’opera non serve spiegarla bisogna solo osservarla.

Cos’è l’arte per te? L’arte è creazione e talento, è il mezzo dove Dio può esprimersi attraverso l’essere umano.

Cosa pensi dell’arte concettuale?

Che è un arte dove si esprime con dei concetti, ma sono molto legati all’intelletto dell’essere umano, non c’è il cuore e non c’è il talento, ne tantomeno impegno. Non riesco a classificarle opere d’arte.

Il 2020 ha portato un enorme stravolgimento nel sistema dell’arte, con approcci differenti anche attraverso i social, comunicando senza dubbio in maniera diversa ciò che l’artista vuole trasmettere. Cosa ne pensi di questo? Sei riuscito in qualche maniera far conoscere Fabrizio Spataro, in special modo far comprendere la tua pittura come comunicazione immediata ed espressiva?Penso che il 2020 abbia portato un cambiamento su ogni settore della nostra vita, è il mondo a chiederci di fare questo cambiamento soprattutto a livello interno, di conseguenza cambierà anche l’arte e il modo di esprimerci, se riusciamo a prendere tutto questo con saggezza sarà una crescita interiore dove ci evolveremo sempre di più, l’arte diventerà sempre più profonda e direzionata sempre di più all’interno di noi. Ho già iniziato a dipingere cose di cui ho sentito di dover esprimere, eccetto qualcuno è difficile farla comprendere. I social sono un mezzo molto potente per farsi conoscere,personalmente si, sono riuscito a farmi conoscere ma ho ancora molto da lavorarci, se viene usato correttamente senza farsi influenzare dalla miriade di informazioni che ne deriva può essere uno strumento molto valido per un artista.

Cosa provi nel dipingere e quindi esprimere te stesso? Sento una forte energia che mi carica prima di iniziare che viene dosata man mano che dipingo fino a quando non esprimo completamente me stesso con tonalità, forme, e movimenti delle pennellate non riesco a staccarmene, dopo sono completamente svuotato e soddisfatto.

Gli elementi che arricchiscono i tuoi dipinti richiamano alcuni aspetti della vita quotidiana e non, è questa un’esigenza vera o è più una banale rifarsi a precedenti modelli pittorici? È una esigenza vera, mi piace raccontare di me facendo vedere all osservatore i luoghi dove ho vissuto, le cose che mi hanno colpito, e dando significato a tutto ciò che dipingo come testimonianza della vita che fa da maestra e portatrice di innumerevoli messaggi, a volte si possono scorgere dei miracoli, perché non dipingerli?

Sei stato premiato diverse volte e hai esposto in Gallerie importanti, sei un pittore impressionista figurativo ad alti livelli, cosa si prova nel vedere che le persone si emozionano davanti ai tuoi capolavori esposti? Dà un immensa gioia,tutti i sacrifici sono dimenticati è come vedere qualcosa che nato nel mondo, in quel momento si può dire “l’opera è compiuta”.

Cosa pensi possa colpire nell’immaginazione della gente il contemplare i tuoi dipinti, e cosa cerchi di suscitare con le tue opere?

Un mondo nuovo, un nuovo mondo che arriva dall’essenza uno scorcio di realtà che può essere percepita solo dalla parte più sottile della gente che conduce al cuore.

Un artista pensa sempre di non essere mai arrivato come carriera artistica, ha sempre da imparare e non si sente mai soddisfatto dei propri lavori. Cosa non ti piace di te, se esiste, del tuo fare arte?

Credo che non si possa realmente mai arrivare, l’arte è qualcosa di infinito, la creatività è infinita, non arriverò mai a dire”ho creato tutto,non c’è più niente da creare e da esprimere “oppure “più di così non posso imparare e migliorare”. Sono molto critico con me stesso, esigo sempre di più, non mi piace molto questo aspetto perché non posso raggiungere in poco tempo certi aspetti di me e di questo mondo, c’è molto da lavorare e bisogna darsi il tempo necessario per sciogliere tutti nodi e affrontare le ombre.

Tecnicamente come inizi un’opera? Hai un metodo ben preciso? Si certo, c’è una preparazione della tela con il gesso, poi dò un fondo bianco per dar lucentezza ai colori, si crea il disegno o posso iniziare anche direttamente con il colore, dipende da come mi sento, guardo un immagine di riferimento e inizio a dargli forma con colori di base, e così vado avanti entrando sempre di più nei particolari del soggetto e creando armonie di colori.

L’immaginazione, la realtà, la metafisica, c’è una poetica precisa nelle tue opere? Si, la si può sentire, è qualcosa che trascendentale che oltre me come individuo e come pensiero, c’è una magia che squarcia la realtà che ti fa percepire l’illusione il sogno. Faccio realismo per poterne Smascherare l’inganno.

Secondo te, sia dal punto di vista personale che artistico, quale pensi sia la funzione o il compito dell’arte nella nostra società, complessa e confusa? Credo che debba esprimere i tempi che viviamo con la sua complessità per far fiorire all’interno delle persone un intuizione anche a livello profondo, inconscio direi, un po’ di chiarezza e semplicità.Vivere è così semplice ma hanno reso tutto molto complesso a tal punto che le persone hanno creduto che sia così. L’Artista e chiamato come per vocazione a dare il suo contributo per mezzo della sua Arte a migliorare la società. Mi piace pensare e ne sono sempre più consapevole che L’arte della pittura come scriveva Yogananda Paramahansa è Un’arte Divina, e che debba servire a esprimere Il divino che in noi.

Esiste un evento speciale o un aspetto della tua vita che ti piacerebbe condividere con i nostri lettori, un qualcosa che abbia modificato il tuo modo di creare o di guardare l’arte?

Ci sono stati più eventi speciali, tutto è capitato in linea con la mia consapevolezza, più maturava in me l’idea di fare Arte e più capitavano eventi che mi guidavano a creare ed esprimere me stesso. Un evento che ricordo, è il momento esatto in cui ho percepito il colore in modo diverso, fino a quel momento si può dire che coglievo ben poco, poi tutto è stato chiaro, vedevo ogni piccola sfumatura intorno a me in maniera nitida, come se avessi messo in moto dei circuiti della mia mente che prima erano addormentati.

Con Torino, la tua Città, si è abituati al bello, dagli straordinari palazzi in stile liberty e barocchi, ai capolavori storici come l’Autoritratto a Sanguigna di Leonardo da Vinci, conservato alla Biblioteca Reale, alla Mole Antonelliana, sede del famoso Museo Nazionale del Cinema di Torino, al Museo Egizio, il più importante al mondo dopo il Cairo, dalle Residenze Reali, la GAM, il Museo d’Arte Contemporanea e del Castello di Rivoli ecc., un panorama artistico sconfinato da scoprire e da vivere. La tua Città quindi offre molteplici opportunità di vedere e ammirare capolavori di un livello inestimabile, in cui non si contano occasioni di

confronto tra le forme più diverse di espressione artistica, dall’arte alla musica, dal cinema alla fotografia.

So che avevi in programma un evento che ti vedeva protagonista con dei tuoi dipinti che rappresentano la storia del Cinema in un Museo, ce ne vuoi parlare? Cosa pensi di fare quindi in futuro?

SI, avevo maturato l’idea già tanti anni fa di produrre delle tavole che raccontassero la storia cinematografica, cioè una tavola per ogni film dipingendone le varie scene, poi tutto è stato accantonato, ripresi molti anni dopo questa idea e ho iniziato a produrne alcune partendo dal primo film della storia (l’uscita dalla fabbrica dei fratelli Lumière) il progetto era quello di donarli al museo del cinema situato a Torino dentro la Moleantonelliana in modo da ampliarne la storia e la cultura per mezzo della pittura e attrarre sempre più visitatori, e rivalutare la mia città a livello artistico. È un progetto molto impegnativo che richiederà molto tempo, mi auguro che si realizzi, sono sempre positivo per il futuro del mondo dell’arte.

Che messaggio vuoi diffondere attraverso le tue opere? Tra questi ce n’è uno che tieni in maniera particolare e, se sì, perché?

Sicuramente un messaggio di verità. Non è che io abbia la verità assoluta, ancora devo lavorarci molto, e forse ci vorranno più vite per arrivarci. Ma posso raccontare qualcosa per esperienza che da inizio alla verità o perlomeno qualcosa che conferma l’illusione della vita di quanto sia un sogno dove noi siamo chiamati a interpretare un ruolo come esattamente fa un attore in un film. Tengo molto a questo perché sono più che sicuro che potrebbe far scattare qualcosa all’interno delle persone, un modo di vedere l’esistenza da un’altra angolazione. Tengo a dire che le mie esperienze personali le ho messe a confronto con grandi maestri di vita e filosofi che hanno camminato su questa terra dove ho potuto confermare la veridicità di ciò che ho vissuto. Nella mia pittura voglio riportare questo messaggio, che non è altro che un messaggio di Libertà.

Come definiresti la tua arte? Quanto incidono la quotidianità e l’attualità nei tuoi progetti finali?

La definirei un arte trascendentale, può sembrare una definizione complessa e spocchiosa ma in realtà è molto sempliciotta. Semplicemente cerco di andare oltre l’illusione della forma, per dare testimonianza alla realtà della non forma. Incide molto nella mia vita ciò che faccio, mi prende tutto il tempo, sono sempre a servizio anche se a volte esagero e dovrei fermarmi per riorganizzare le idee, lavoro freneticamente quando sono ispirato. In futuro cercherò di portare avanti i miei progetti con più leggerezza, cercando di fluire nella vita e di fare solo ciò che essenziale.

I tuoi lettori o i tuoi fans dove ti possono seguire e vedere le tue straordinarie opere?

Sono su vari Social network, su Facebook possono trovarmi come fabriziospataroarte.

Su Instagram come fabriart7

Se invece vogliono visitare il mio sito possono trovarmi su

https://thegalleryartfabriziospataro.com/

Cosa vuoi dire ai nostri lettori che leggono questa chiacchierata?

Spero di aver risposto in modo eloquente a far comprendere la mia Arte e ciò che sono, e di non averli annoiati. Vorrei dare a loro un messaggio di speranza e di credere nel mondo dell’arte Come conseguenza di un’umanità sempre più grande, che mira al cuore delle persone.

Concludendo Fabrizio, quali sono i tuoi progetti futuri o imminenti e cosa ti aspetti?

Be!! Per prima cosa ho in progetto di continuare a stare davanti al mio cavalletto, può sembrare scontato, ma è già un successo, lì io vivo il mio sogno in ogni momento. Poi vorrei fare delle mostre personali in tutta Italia partendo dalla mia città ovviamente, ne sto organizzando una attualmente. In realtà non ho aspettative mi affido completamente agli eventi, cerco di vivere in modo leggero, so che tutto succederà in base a ciò che giusto per me è per gli altri.

Grazie Monica

M° Monica Isabella Bonaventura


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